Vorrei ritornare su un argomento che a molti di voi sarà noto: quello della funzione del bastone nella produzione del suono di una campana tibetana. Sappiamo che si tratta dell’elemento maschile, corrispondente all’amore e alla compassione che nel buddhismo sono le qualità che mettono in moto ogni tipo di energia e di vita, la vibrazione cosmica così come quella di una ciotola di metallo. Comunemente chiamiamo questo bastone ‘ battente’ o ‘batacchio’ e con queste denominazioni ci riferiamo più che altro alla funzione meccanica che permette di produrre il suono attraverso lo sfioramento della cassa armonica della campana.
Ma ciò non basta per rendere ragione dei significati simbolici ad esso collegati, che rimandano ai concetti di amore e compassione coniugati alla saggezza e alla vacuità. Nel buddhismo vajraiana il dorje o vajra è l’elemento maschile stabile e inamovibile che ha la forma di uno scettro. Si tiene nella mano destra, che dirige la parte maschile del corpo, mentre la campana, in tutti i rituali si impugna con la sinistra, perché rimanda a ciò che è femminile e pronto a generare.
È per il movimento dell’amore che si genera la vita nel grembo femminile, così come il suono nel vuoto della campana. Dunque sarebbe più appropriato chiamare il bastone che noi impugniamo ” dorje”, invece che ‘battente’. Questo nome risponde al significato più profondo di quello che si fa quando di suona una campana, cioè creare un collegamento con le forze cosmiche che danno origine e ordine alla realtà.
Amore e compassione non sono parole astratte, nella vita comune significano cura e interesse per ciò che sta intorno a noi, consapevolezza della realtà psichica e fisica in cui siamo immersi. Per esempio : quando teniamo sulla mano una campana si deve essere consapevoli di quante vite siano passate attraverso di essa per farla diventare quello che è. Le mani che hanno raccolto i metalli e li hanno fusi, quelle che le hanno battute e poi suonate, per centinaia di anni prima di noi. Così quando teniamo tra le dita il dorje di legno e pelle dobbiamo essere consapevoli dell’animale che ha dato questa pelle, dell’albero che ha dato il legno e degli uomini che lo hanno lavorato. Ogni cosa richiama tante cose, così come ogni persona che sta vicino a noi richiama con la sua bellezza tutta l’umanità.